12/09/13

Scorpioni e (pseudo)medicina


Gli scorpioni sono da secoli presenti nella letteratura medica (o presunta tale), come animali nocivi per l’uomo, ma anche come rimedi.
Sulla pericolosità degli scorpioni ci sono state indubbie esagerazioni e anche affermazioni evidentemente prive di ogni fondamento.

Jacques Houlier (conosciuto anche col nome latino Jacobus Hollerius) scrisse che a un italiano, a causa della sua abitudine di annusare spesso il basilico, si era formato uno scorpione nel cervello e, dopo una lunga agonia, era morto. Basilico e scorpione erano già legati in autori classici come Plinio che dicevano che schiacciando tale erba tra due pietre si dava vita a uno scorpione (Paré 1582, p.572).



L’olio di scorpioni

Mettendo alcuni scorpioni nell’olio e lasciandoveli per un determinato tempo si produceva l’“olio di scorpioni” che veniva impiegato per la cura dei calcoli e per facilitare la minzione (cfr p.e. Calestani 1562, p.358; Ferrara 1627, p.224; Lemery 1737, p.313), da porre sulle cauterizzazioni dei morsi di cani idrofobi (Ferrara 1627, p.114) o per la peste (Muratori 1721, p.173).

Anche per le punture inflitte dagli scorpioni stessi si suggeriva di usare l’olio di scorpione. Nella Sicilia di fine Ottocento si consigliava di applicare un olio in cui erano stati messi due o tre scorpioni decapitati mentre erano vivi (Raccuglia 1893-1894, p.727).

Nicolas Lemery nominava l’uso dell’olio di scorpione per le punture di quell’animale, ma riteneva ancora più efficace un’altra via: “si prenderà lo Scorpione, che ha punto, se sarà possibile il prenderlo, si schiaccerà, e si applicherà più prontamente che si potrà sopra la piaga” (Lemery 1735, p.405).

Agli inizi del XIX secolo, il medico Chaumeton, dopo aver ridimensionato le voci sulla pericolosità della puntura dello scorpione, osservava che contro i “pericoli immaginari” che ne sarebbero derivati si usava un rimedio dai benefici altrettanto immaginari, l’olio di scorpione e giudicava assurdo che, “nonostante i progressi dei lumi”, tale prodotto si trovasse ancora elencato in alcune opere tra i farmaci per curare tali punture, la peste e i calcoli (Chaumeton an 12, pp.202-203).





Lo scorpione omeopatico

L’omeopatia include tra le fonti dei suoi presunti farmaci diversi animali, indicati con una nomenclatura binomiale spesso imprecisa e/o superata rispetto a quella in uso in zoologia. Un esempio è, per un rimedio nel quale si parte dal veleno di rospo, il nome “Bufo rana”, che sembra riprendere la denominazione attribuita al rospo comune da Linneo, Rana bufo, invertendo però l’ordine dei due termini. Inoltre in seguito, notando che il rospo comune è sì animale affine alla rana rossa (specie-tipo del genere Rana), ma non tanto da essere incluso nel suo stesso genere, lo si è assegnato a un nuovo genere, Bufo, e l’utile bestiola è oggi conosciuta come Bufo bufo (non Rana bufoBufo rana).

Tra gli animali che figurano nelle liste dei rimedi omeopatici c’è anche lo Scorpio europaeus che, in effetti, potrebbe essere il simbolo dell’omeopatia, visto che, per quanto tale nome compaia nei testi, gli zoologi non sono riusciti a trovarne traccia.

Lo Scorpio europaeus viene citato già nell’opera da cui prende inizio la nomenclatura scientifica, la decima edizione del Systema naturae di Linneo, del 1758. Linneo, sotto il genere Scorpio, elenca cinque specie, una delle quali sarebbe S. europaeus (Linnaeus 1758, t.I, p.625). Latreille, nel 1810, indicò S. europaeus come specie-tipo per il genere Scorpio e tale scelta fu confermata ancora nel 1928 dalla Commissione internazionale per la nomenclatura zoologica (Iczn). Gli specialisti di scorpioni, però, dal momento che non si riusciva a capire a quale animale si riferisse Linneo usando tale nome, lo ritenevano un nomen nudum e consideravano invece S. maurus la specie-tipo de facto del genere Scorpio. Fu quindi richiesto alla Commissione di abolire il nome Scorpio europaeus, ritenuto “una potenziale minaccia alla stabilità nella nomenclatura”, dato che un autore che ritenesse di aver identificato in una specie descritta, con altro nome, dopo Linneo lo scorpione descritto da quest’ultimo avrebbe potuto appellarsi alla “legge di priorità” per chiedere che tale specie fosse denominata Scorpio europaeus in quanto nome coniato prima dell’altro.

La richiesta di abolizione del nome (e di conseguenza anche della sua designazione come specie-tipo) fu accolta con voto unanime, con la precisazione, importante ai fini della tassonomia, che il nome veniva considerato inesistente per quanto riguardava la regola di priorità, ma non per quella di sinonimia (Hemming 1955-1956).



William Boericke, in un suo manuale di omeopatia (Boericke 2004a, p.672) scriveva che lo “Scorpio” era indicato per l’eccesso di salivazione, lo strabismo, il tetano. In un’altra edizione dell’opera lo “Scorpio europaeus” viene identificato con Euscorpius italicus (Boericke 2004b, p.790).

Un produttore di rimedi omeopatici (http://www.remedia.at/homeopathy/Scorpio-europaeus/a781.html) lo ritiene sinonimo di “Mesobuthus occitanus” (che dovrebbe essere Buthus occitanus) e dei generi “Euscorpio” (che si può supporre sia Euscorpius) e Scorpio. Nelle informazioni si indica l’appartenenza alla famiglia dei butidi (che include B. occitanus, mentre Euscorpius e Scorpio non vengono classificati dagli zoologi in tale famiglia). Il “materiale di partenza” (starting material) per il rimedio sarebbe l’intero animale.

Giorgio Castiglioni,
redattore Mah


Bibliografia

Boericke 2004a: William Boericke, Pocket manual of homoepathic Materia Medica & Repertory, New Dehli : Jain, 2004. In Google Books: http://books.google.it/books?id=roNzBBiIkXgC&pg=PA672
Boericke 2004b: William Boericke, Handbuch der homöopathischen Materia medica, Stuttgart : Haug, 2004. In Google Books: http://books.google.it/books?id=sXra5M2K09MC&pg=PA790
Calestani 1568: Girolamo Calestani, Osservationi nel comporre gli antidoti, et medicamenti, in Venetia : appresso Francesco Senese, 1562. In Google Books:
http://books.google.it/books?id=cl48AAAAcAAJ&pg=PA358
Chaumeton an 12: F. Chaumeton, Essai d’entomologie médicale, in “Journal de physique, de chimie et d’histoire naturelle et des arts”, LIX (an 12), pp.177-206.
Ferrara 1627: Gabriele Ferrara, Nuova selva di cirugia, in Venetia : presso Gio: Battista Combi, 1627. In Google Books:
http://books.google.it/books?id=H_fdco5q15cC&pg=PA114
Hemming 1955-1956: Francis Hemming, Proposed use of the plenary powers to suppress the specific name “europaeus” Linnaeus, 1758, as published in the combination “Scorpio europaeus” and to designate for the genus “Scorpio” Linnaeus, 1758 (class Arachnida) a type species in harmony with accustomed usage (amendment of a ruling given in “Opinion” 104), in “Bulletin of Zoological Nomenclature”, 11 : 6 (1955-1956), pp.173-175. Nella Biodiversity Heritage Library: http://www.biodiversitylibrary.org/page/12159114/#page/247/mode/1up
Lemery 1735: Niccolò Lemery, Farmacopea universale, in Venezia : Hertz, 1735. In Google Books: http://books.google.it/books?id=kXFX56w7ZAwC&pg=PA404
Lemery 1737: Niccolò Lemery, Dizionario ovvero trattato universale delle droghe semplici, in Venezia : Hertz, 1737. In Google Books:
http://books.google.it/books?id=PY9DAAAAcAAJ&pg=PA313
Linnaeus 1758: Caroli Linnaei Systema naturae, 10. ed., Holmiae : impensis direct. Laurentii Salvii, 1758, t.I. Nella Biodiversity Heritage Library: http://www.biodiversitylibrary.org/item/10277#page/649/mode/1up
Muratori 1721: Ludovico Antonio Muratori, Del governo della peste e delle maniere di guardarsene, Brescia : Gian Maria Rizzardi, 1721. In Google Books:
http://books.google.it/books?id=Z6A_AAAAcAAJ&pg=PA173
Paré 1582: Opera Ambrosii Parei, Parisiis : apud Iacobum Du Puys, 1582. In Google Books: http://books.google.it/books?id=UuZSAAAAcAAJ&pg=PA572
Raccuglia 1893-1894: S. Raccuglia, Medicina popolare siciliana, in “Rivista delle tradizioni popolari italiane”, I (1893-1894), pp.727-728.

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