06/07/13

I dati annunciati


Dall'ultimo Congresso Labiofam 2012 a Cuba.
E’ passato del tempo e ancora non si conoscono i dati scientifici promessi sulla ricerca riguardo al presunto farmaco antitumorale: Escozul-Vidatox. Circa un anno fa, al Congresso Labiofam, tenutosi a Cuba, avrebbero partecipato
450 delegati provenienti da 36 paesi per discutere con i ricercatori del prodotto Vidatox. La Labiofam, come dichiara il direttore Dott. José Antonio Fraga Castro, produce a Cuba oltre il 98% dei medicinali veterinari e promuove più di 54 tecnologie per la produzione di fertilizzanti e pesticidi in agricoltura, oltre ad essere conosciuta per i vaccini veterinari e l'omeopatia in medicina veterinaria. Per quanto riguarda il Vidatox, Francesco Matteucci presidente di Pharmamatrix e distributore del Vidatox omeopatico per conto di Labiofam, nel 2011 dichiarava: "Il protocollo del Vidatox è già allo studio, abbiamo mille casi studiati, supportati da tac e da radiografie, dai quali emergono risultati eclatanti. La nostra azienda presenterà i risultati raccolti nel nostro ambulatorio di Tirana al Congresso Labiofam che si terrà all'Havana a settembre 2012".(qui)

Ma per ora non risulta nulla nemmeno nel sito della società. Di recente si trova in rete un video di una conferenza tenuta al Congresso. I ricercatori cubani espongono dati e studi sulle sperimentazioni in merito alla tossina originale del veleno e non dell’omeopatico.


Da un lavoro congiunto tra Istituto Labiofam e laboratorio di biologia molecolare e cellulare Università Miguel Hernandez de Elche (Spagna), lavoro diretto dott.ssa Amparo Esteban in collaborazione con dott. Fraga Castro, viene illustrata clonazione e espressione ricombinante specifica identificata dell'estratto crudo del veleno di scorpione (Rhopalurus junceus) con attività in vitro di disinfettante tumorale. Il veleno di scorpione è tossico, nella maggior parte della specie, per le cellule umane. Lo scorpione cubano presenta una bassa tossicità sulle cellule umane sane, ha un veleno strutturato tra 20 e 80 aminoacidi e un ampio raggio di attività biologica; antinfiammatoria e antitumorale. Inibizione della crescita delle cellule tumorali è stata riscontrata in vari veleni di scorpione. Anche in Venezuela sono state estratte le molecole Neopladin 1 e 2 (non specifica l’uso che ne viene fatto) da uno scorpione, 
Tityus discrepans. Lo scorpione indiano, Heterometrus bengalensis, invece, ha mostrato attività nei confronti dei tumori di tipo leucemico grazie alla sua molecola detta bengalina (non specifica il tipo di leucemia). Viene presentato un video su un lavoro di Labiofam per determinare la struttura delle molecole con attività antitumorale. Video (che non si riesce a vedere), che dimostra come il veleno in vitro deteriora la cellula tumorale fino a degradarla completamente. I ricercatori hanno verificato un’azione sulle cellule tumorali mammarie e dicono che per ottenere la quantità di veleno sufficiente hanno provveduto con la tecnica del DNA ricombinante utilizzando un plasmide inserito nelle cellule di Escherichia coli per riprodurre la sequenza molecolare. Questa tecnica per estrarre il DNA ricombinante è ampiamente usata con bassi costi di produzione. Poi viene spiegato come i ricercatori hanno individuato i 5 peptidi fondamentali per la sintesi della molecola sempre grazie alla tecnica sopra descritta. A questa si è aggiunta una tecnica di purificazione per centrifugazione della molecola con valutazione finale di tipo cromatografico. Ottenuta la molecola sono iniziate le prove in vitro su tumori mammari, colon, cervico-uterino, pancreas e fibroblasti normali di pelle umana. I peptidi ricombinanti sono stati inseriti nelle cellule tumorali con questi dosaggi 100, 200 e 400 microgrammo/millilitro. Nei fibroblasti normali non si è avuta nessuna conseguenza mentre in quelle ammalate diminuisce l'attività delle cellule tumorali in particolare nel cervico-uterino e pancreas e in particolare grazie al peptide 5. Nel tumore mammario tutti e 5 i peptidi hanno dimostrato attività inibitoria in particolare il 5. Nel colon ha funzionato per la metà delle cellule e la domanda è se non serva un dosaggio maggiore. I peptidi con maggior attività sono risultati l’1 il 3 e il 5. In particolare il 5. I peptidi si sono dimostrati attivi in particolare con un’azione di blocco sul canale ionico (non specificato). 

Un ricercatore dice che sono stati pubblicati diversi lavori sul veleno di scorpione (senza specificare dove o su che rivista) e aggiunge che, visto che la medicina tradizionale si dimostra carente verso alcune forme resistenti ha portato la comunità scientifica a cercare alternative naturali. Afferma che il veleno agisce in particolare inibendo il canale ionico delle cellule tumorali, canale che se mantenuto attivo diventa fondamentale per la proliferazione cellulare. Selettività di azione sui tumori di tipo epiteliale grazie all'attività di apoptosi cellulare nella fase S1 della divisione cellulare, determinata proprio dall’attività del canale ionico. Si nota un’azione anche sull'inibizione delle metastasi del tumore del polmone (non a piccole cellule) fino al 60% dei noduli metastatici (modello animale). Il veleno si localizza a livello della membrana citoplasmatica evidenziato grazie a tecniche di immunocitochimica. I peptidi trovano i loro recettori specifici sulla membrana della cellula tumorale, nella membrana del reticolo endoplasmatico rugoso e del nucleo. La temperatura corporea sembra abbia un ruolo perché a 37 gradi la concentrazione nel citoplasma aumenterebbe del 60%. Si evidenzia attività di inibizione sulla ciclossigenasi 2 (cox2) con conseguente riduzione del processo infiammatorio su cui i tumori epiteliali basano la loro proliferazione. Il modello animale, tumore mammario murino, ha confermato in sostanza l'attività evidenziata in vitro sia per l'attività del peptide 4 e 5 in combinazione all'inibizione della riduzione dei livelli di ciclossigenasi. Il ricercatore conclude però dicendo che il veleno rappresenta una opportunità terapeutica e una varietà promettente e non una certezza come terapia.

Una terza ricercatrice parla invece dei tumori del sistema nervoso centrale nei bambini citando i vari fattori predisponenti. Elenca i trattamenti generalmente usati sui pazienti: chirurgia, micro chirurgia più radioterapia e chemioterapia per ridurre la massa tumorale. Un’altra dott.ssa parla della percentuale di sopravvivenza in questo tipo di tumori che varia a seconda della localizzazione: dall' 80 al 20% in meno di un anno con una incidenza del 10/20% nella popolazione pediatrica. Viene illustrato uno studio osservazionale su un singolo paziente con glioblastoma trattato col veleno e la valutazione tra Labiofam e l’Istituto di Neurochirurgia che lo avevano in cura.

 
Ragazzina di 15 anni con sintomi di cefalea vomito e sonnolenza, dopo risonanza magnetica si evidenzia il tipo di lesione e se ne descrivono le caratteristiche, localizzazione e dimensioni. Inizia il trattamento con desametasone e maltitolo per ridurre la pressione intracranica e acetazolamide, fenitoina, ranitidina, bicarbonato, soluzione veleno di scorpione e in seguito radioterapia e nimotuzumab. Il veleno di scorpione è poi rimasto come unica terapia di mantenimento per sei mesi insieme alla radioterapia. Le scale di valutazione sulle performance status indicano una riduzione delle lesioni, dimostrata anche dalle risonanze del settembre 2011, novembre 2012, febbraio, luglio e agosto. Stato attuale neurologico del paziente: recupero dell'emiparesi destra e della forza muscolare, conservazione forza muscolare arti inferiori, ottimo il recupero coordinativo in generale. Ottimo recupero della forma della deambulazione. Conclusione: dopo 3 anni di terapia con la soluzione naturale sul glioblastoma a prognosi infausta, effetto anti tumorale con riduzione delle lesioni, miglior qualità di vita (misurata con scale Lansky e Karnofsky), assenza di effetti tossici.

Seguono cinque pazienti pediatrici con tumore intracranico trattati con terapia combinata con quadro intraventricolare e con ipertensione endocranica, sottoposti a chirurgia per riduzione massa, radioterapia e chemioterapia adiuvante. Nella paziente numero 3 sottoposta a chemioterapia con immunoterapia e veleno di scorpione risulta che la massa tumorale sta crescendo anche se con ritmi più bassi di quelli previsti e che attualmente la bambina continua la cura. Necessità di assistenza per le lesioni neuromotorie determinate dal tumore e non completamente risolte dalla terapia.

Caso numero 4: maschio, recidiva post radioterapia e ridotta dalla chirurgia, adesso è sottoposto a chemioterapia e soluzione del veleno di scorpione al sesto ciclo ben tollerati. Quadro neuromuscolare e della forza ben conservati.

Paziente n 5 con macro adenoma dell'ipofisi con importanti lesioni anche nel quadro visivo. Alla risonanza si evidenzia una vasta lesione tumorale situata tra i due ventricoli cerebrali con pressione alla regione della carotide. Sottoposto a trattamento ormonale per ridurre la lesione più sandostatina unita alla soluzione del veleno di scorpione. L'unione dei trattamenti ha portato a significativa riduzione di questa importante lesione fino a un cm. Risolta la compromissione del quadro visivo e significativi miglioramenti della forza e dello stato neurofisiologico. Normale anche la deambulazione.

Conclusioni: l'uso della soluzione naturale del veleno di scorpione combinato con altre terapie migliora la qualità e la durata della vita nei pazienti con tumore cerebrale. Vengono mostrati i bambini con le famiglie per apprezzare lo stato neurologico al momento. Uno dei bambini ringrazia la platea per essere stato trattato con il prodotto e le gocce omeopatiche della soluzione (mai nominate dai medici nel corso della conferenza).


Considerazione personale: i casi trattati, di cui non riesco a trovare pubblicazioni, sono sottoposti a terapie convenzionali; chemioterapia, radioterapia ecc.. Da cosa si evince il risultato positivo del trattamento con veleno di scorpione? Ricerche sui dati scientifici riguardo all’Escozul o Vidatox non danno risultati, uno studio cubano riporta una valutazione del Nimotuzumab (anticorpo monoclonale) nei tumori maligni al cervello, per la sicurezza ed efficacia, aumento della sopravvivenza e una migliore qualità della vita, ma del veleno di scorpione non v’è traccia.

Nessun commento:

Posta un commento